Vie…

 
Rientro da un week end sulla neve che segna contemporaneamente sia l’inizio che la fine (spero di no) della nostra stagione invernale: l’inizio perchè il panorama del comprensorio del Cimone è adesso come dovrebbe essere, cio&egra…

 

Rientro da un week end sulla neve che segna contemporaneamente sia l’inizio che la fine (spero di no) della nostra stagione invernale: l’inizio perchè il panorama del comprensorio del Cimone è adesso come dovrebbe essere, cioè bianco grazie ad un metro di neve; contemporaneamente la fine, visto che siamo al 2 di aprile e si sente vociferare che la papabile data di chiusura degli impianti possa essere il giorno 69, ovvero fra una settimana. Speriamo in una smentita. Breve prefazione per arrivare a dire che ci siamo svegliati presto questo fine settimana e la "fresca" non ci ha colti impreparati, tanto che ci ha visto creatori di un salto "hand made" in zona Polle. La manovalanza era degna di nota: Mist e la Deb, Alle, Franz e consorte, noi ribolliti tranne il Mara che tirava calci ad una sfera di cuoio, Milo oramai adottato dal Cimone ed impegnato negli scatti e nei primi salti ed Alessino che, involotariamente, mi ha fatto pensare al titolo di questo post. Un salto in fresca prevede fatica, sia nel costruirlo sia nel risalire dopo aver saltato. La neve fin sopra il ginocchio ti genera una sensazione "sabbie mobili" in cui la fatica prende letteralmente a morsi il quadricipite femorale che quindi, ti abbandona presto precludendoti lucidità e nuovi salti. Ma l’uomo ha da sempre cercato nuove vie. Ha sempre tentato, anche e soprattutto con l’ingegno, di aprirsi nuove strade, agevoli vie…ecco come Ale apriva il varco che ci avrebbe portato a risparmiare energie nel risalire…roba da pazzi.

 

 

Parlando di vie…oltre a quelle di accesso, di comunicazione o di risalita ci sono quelle di fuga: ecco quella "a motore" utilizzata da Lore qualche setimana fa per scappare di casa…

 

 

Gli altri sono rimasti su, c’è anche il Lore InnoDB…sempre più a suo agio con la tavola ai piedi, come miss Carlotta che sabato era proprietaria del campino al Lupez. Il lavoro mi ha chiamato. Avrei voluto non farmi trovare. In partenza per Torino, trovo il tempo per bloggare ed incazzarmi osservando il costo della prima classe Eurostar Fi S.M.N. – Torino Porta Nuova: eur 72,00, e vogliono ancora aumentare?…

Qualche giorno a Budapest

Il succedere di una bella cosa deve essere sempre in parte macchiato da qualche altro avvenimento…quindi dopo settimane di carenza di snowboard (mea culpa), la partenza per un viaggio molto low cost prenotato da un mese, è stata accompagnata d…

Il succedere di una bella cosa deve essere sempre in parte macchiato da qualche altro avvenimento…quindi dopo settimane di carenza di snowboard (mea culpa), la partenza per un viaggio molto low cost prenotato da un mese, è stata accompagnata dall’arrivo della neve…e che ci volete fare. Parto con Carlotta di giovedi direzione Budapest, una città che sulla carta mi affascinava da tempo e che effettivamente non ha tradito le aspettative. Il volo è da Firenze e dopo qualche sbattimento all’imbarco (vengo controllato insieme alla mia borsa causa faccia e possesso macchina fotografica con teleobiettivo, poi mi accorgo, dopo il volo, di avere nella tasca interna dello zaino un cacciavite….mah) riusciamo a prendere il volo.
La velocità di crociera è di 933 km/h e la temperatura esterna a 11.3300 mt s.l.m. è di -60°C…sticazzi se penso che a volte sentiamo freddo al Cimone con -10°. Il volo dura 1h e 30 e scorre in un baleno. Sorvolando l’Ungheria vengo colpito dalla pianura che contraddistingue il territorio, ricoperto dalle più varie tonalità di verde. Atterriamo e con il taxi (19 euro 40 minuti di tragitto – tanto per fare un paragone la navetta Sita stazione Smn – aeroporto costa 4.50 euro) raggiungiamo l’albergo in centro, di nuova costruzione e caratterizzato dallo sviluppo in verticale dell’edificio. Bello lo stile semplice con cui è arredato, l’utilizzo di parquet neutro e grezzo che ancora emana l’odore del legno al naturale. Questa la hall.
Subito mi accorgo che Budapest vale quello che avevo letto. Vengo colpito dalla fusione di fascino orientale e romanticismo liberty che pervadono una città dove convivono armoniosamente le tradizioni di uno stato millenario con le influenze culturali giunte da ogni angolo d’Europa. Il tocco orientale oltre che sulle facciate di alcuni edifici lo si ritrova soprattutto nella cucina, dove la fa da padrona la paprika, spezia portata dai Turchi in Ungheria, forse originaria delle Indie orientali e che secondo me dà il suo meglio nella versione piccante "csmege".
Cosa ci colpisce è l’efficienza ed il basso costo dei mezzi di trasporto (esistono tre linee di metro, bus, filobus e tram su rotaia) in quanto con una carta da circa 20 euro possiamo utilizzare liberamente i mezzi ed usufruire di sconti all’accesso di ristoranti, negozi e musei…molti, anche quello "delle arti" dove, a ns. insaputa e per ns. gioia, è in corso la mostra di uno che della pittura ne sapeva qualcosa: Van Gogh.

Se al Cimone nevica…a Budapest piove, ma questo fattore non ci ferma. Bagnati giriamo in lungo ed in largo facendo tappa oltre che sui ponti del lungo Danubio anche al mercato coperto dove mangiamo pizza di ghisa con cetrioli jumbo in agrodolce sapientemente serviti "con le mani" dalla signora che aveva appena fatto il resto in fiorini ungheresi (in sigla HUF) al cliente prima di noi. Ti accorgi che in questo mercato è così, o ti immedesimi o salti i pasti. Oltre alle decine di tipi di tuberi sapientemente esposti sui banchi, gli ungheresi sono maestri specialisti nel lardo e nella salamoia: ci sono  vetrine piene di chili di grasso e sottaceti che cromaticamente sono un vero effetto…peccato vengo beccato da una guardia giurata che, con garbo, mi invita a non fare più foto. Queste, quindi, valgono quanto quelle incriminate per lo scandalo vallettopoli.
Lardo piccante

                                                                                                          In salamoia agrodolce

Peccato che a Budapest, la città più pulita che abbia mai visitato (non c’è una carta per terra, un bagno sporco, un marciapiede invaso dai regali di amici a 4 zampe) sia ancora permesso fumare nei locali e ristoranti. Venerdì sera siamo stati ospiti di un ristorante tipico locale che cucina carpa del lago Balaton e gulasch ed oltre il nostro tavolo era in corso una cena di "picciotti" come sul set de "il Padrino" : ovvia la presenza di sigarette a rotazione che hanno riportato i nostri vestiti ai tempi della domenica pomeriggio in discoteca ma che al contempo servivano a rendere ancora più inquietante le facce dei soggetti seduti al tavolo.
La notte la città affascina quanto di giorno ed il tempo sembra non bastare mai neanche dopo il tramonto. I palazzi si esprimono nella loro imponenza, ma mai si affacciano pesanti ed opprimenti sulla strada.

Il sabato mattina-primo pomeriggio alle terme Széchenyi all’aperto è da ricordo. Ci sono anziani che giocano a scacchi a bordo vasca, percorsi idromassaggio ed acqua a 38°. Ingresso con cabina: 9 euro…uguale in Italia 🙂
Proviamo poi a raggiungere il tropicarium, ma chiude troppo presto; torniamo allora indietro con la metro fino ad arrivare al luna park più antico d’Europa: all’ingresso, però le luci delle attrazioni si spengono davanti ai nostri occhi accompagnati dal suono della tromba che intona la buonanotte dei militari. Tristi, capiamo che 4 miseri giorni sono insufficienti per una città piena di cose come questa.
Ceniamo in un ristorante titpico aspettando invano un balletto zingaro che non c’è, ammaliati però dal suono flebile di un violino che, l’orecchio fino di mia mamma a telefono definisce zigano. I dolci ungheresi consigliati dal cameriere fanno cacare, al contrario di quelli mangiati il giorno prima nella pasticceria Gerbeaud dove abbiamo preso un caffè un pò più italiano e ci siamo catturati con autoscatto.
Il tempo passa camminando. E la sera…il crollo. Le 8 ore di sonno non sono mai state così apprezzate. Fungono da ricarica per il giorno dopo associate alla colazione dove si apprezza in particolare una torta salata-frittata che spicca per la delicatezza come del resto tutta la cucina ungherese che mi ha stupito davvero per leggerezza e importanza dei sapori.
Gli ungheresi sono educati, gentili, silenziosi. In metropolitana, seppur affollata, non ci sono rumori oltre a quelli delle rotaie. Non sempre parlano inglese, non sempre riescono ad orientarsi nella loro città e sono risolutivi in caso di necessità di informazioni…ma ce ci volete fare, magari ho solo sbagliato persona 🙂
Sono rientrato dopo quattro giorni di risate, starnuti
per l’umidità e gioia per essere partito. Lore, Bobo, Alle, Mist, la Deb, Samu e Jack hanno fatto snow questo week. Io ho passato del tempo con qualcuno di importante in una città dove so che tornerò, dove consiglio di andare prima che arrivino l’euro e gli italiani con la maglietta con scritto Italia. Sono felice che il prossimo fine settimana tornerò in montagna con i miei amici, perchè soprattutto nei momenti in cui qualcuno è lontano arrivi a sentire che ti manca ed in questo week-end questo è accaduto quando, passando in Liszt Ferenc Tér, magari solo per mia associazione onomatopeica, ho visto che anche in Ungheria conoscono la Ribollita…tanto da intitolargli un locale 🙂

Un grazie particolare va a:
-colei con la quale ho visto, ascoltato e sentito luoghi, suoni e profumi;
-colui che mi ha procurato il viaggio;
-ai miei amici che in snow staranno diventando dei pro.

Anche bianco…


"Ta-ta, ta-ta bu…" Era il ritornello di una conosciutissima liquirizia venduta in simpatica scatoletta di latta con chiusura tip…

"Ta-ta, ta-ta bu…" Era il ritornello di una conosciutissima liquirizia venduta in simpatica scatoletta di latta con chiusura tipo "sliding doors". Fece notizia al tempo la copertura bianca che rivestiva la nuova variante di prodotto. Non è certo il collegamento diretto alla sigla televisiva delle caramelle descritte sopra (anche se mi dispiace non trovarle più in nessun espositore di alcun bar ) quanto la voglia di accontentare coloro che possiedono auto e tavole scure che adesso, senza più scuse,  possono customizzare RWT.

 

La finestra sul cortile

Continuano gli scatti rubati e non che hanno come protagonisti i nostri stickers. Stavolta è la Vale che ci delizia ed arricchisce il blog con queste due foto in perfetto stile "reverse angle" , effetto tipico utilizzato da…

Continuano gli scatti rubati e non che hanno come protagonisti i nostri stickers. Stavolta è la Vale che ci delizia ed arricchisce il blog con queste due foto in perfetto stile "reverse angle" , effetto tipico utilizzato dai video maker e dai fotografi di snowboard. Trattasi di immagini relative allo stesso salto o struttura riprese, pero’, da due persone che solitamente stanno l’una di fronte all’altra e che quindi riprendono lo stesso soggetto da angoli opposti.

Qui il subject è il nostro adesivo, il trick è un bell’air, lo spot è la camera da letto della Vale e lo Shooter è la Vale in persona. Pensare che lei ha sempre sciato, poi ha avuto un problema al ginocchio che le sta tuttora impedendo di praticare sport invernali. Studia (poco???) qualcosa che ha a che fare con l’arte e vive girando il mondo (beata lei lo aggiungo io). Speriamo che si rimetta in forma con il ginocchio visto che adesso possiamo già immaginare quello che sarà lo strumento da neve che si rimetterà ai piedi :-). Per adesso la salutiamo, ringraziandola [io in particolare] e ci auguriamo di di vederla ben presto in Kamikaze to FS smith su di un kink.

Speciali ringraziamenti anche a mamma Roby, papà Ugo, fratello Freddy, sua moglie Maddy ed i piccoli che vivono dall’altra parte del Globo (finiscono tutti in Y, ma non ci posso fare niente).

Sabato sulla Costa

Questo week non sono "salito" in montagna quanto "sceso" sl mare. Fiero e adesso povero possessore di immobile situa…

Questo week non sono "salito" in montagna quanto "sceso" sl mare. Fiero e adesso povero possessore di immobile situato sul basso litorale toscano, sabato con i miei vecchi ho raggiunto Campiglia Marittima per concludere gli ultimi dettagli con la parte venditrice: utenze, il contratto di uso e manutenzione della caldaia ecc…Quindi fra conteggio contatori (questo stava in un buco che non ci entrava neanche la mano…) ed incomprensioni con il titolare dell’agenzia che ha effettuato la mediazione, nel pomeriggio, passeggiando dopo pranzo in quel di Castagneto Carducci mi sono imbattuto in un’enoteca dall’insegna particolare, che una volta letta, mi ha riportato nella Firenze "verace" quanto le vongole che si mangiano da queste parti. La foto era d’obbligo destinata ad arricchire la rubrica del blog "riferita al passato" aperta magistralmente da Lore qualche tempo fa.

 La locuzione "…S’a dì d’andà " ha un paio di ambiti di applicazione: si usa solitamente in situazioni in cui si vuol mettere fretta a qualcuno che si sta aspettando e che non è ancora pronto oppure, con un più spiccato tono d’interrogazione, quando c’è un evento o una situazione al quale si vuol prendere parte e si chiede a chi ci sta di fronte se vuol essere anche lui partecipe. Si pronuncia, come nella buona tradizione fiorentina, tutta d’un fiato.

Toni, suoni significati a parte…i vini presentati meritavano sicuramente un giro all’interno…magari con il portafoglio ad organino :-).

La morale del mio fine settimana è: non ho più 1000, ma adesso pago l’i.c.i.

Piccolo Grande Puffo

Tornando dal Cimone domenica scorsa sapevo di essere montato in macchina insieme agli altri due soci fondatori RWT Lorenzo e Bobo quando, ad un certo punto, raggiunta Pistoia, vuoi per il carnevale incombente, vuoi per l’altezza che lo aiuta [ :…

Tornando dal Cimone domenica scorsa sapevo di essere montato in macchina insieme agli altri due soci fondatori RWT Lorenzo e Bobo quando, ad un certo punto, raggiunta Pistoia, vuoi per il carnevale incombente, vuoi per l’altezza che lo aiuta [ 🙂 ] Lorenzo si è magicamente travestito. Già tempo fa i Puffi erano entrati nel nostro blog, ma mica in dimensioni extra-large…

P.s. si scorge in penombra, ma un noto brand del mondo snowboard sponsorizza il soggetto, segno che la tavola è destinata a conquistare tutti.

A macchia d’olio…

Che gli adesivi a noi sarebbero piaciuti…lo sapevamo, che a voi potessero piacere…lo speravamo, che vi siano piaciuti effettivamente…ce ne stiamo rendendo conto, ma che arrivassero a "minare" rapporti di coppia…questo non …

Che gli adesivi a noi sarebbero piaciuti…lo sapevamo, che a voi potessero piacere…lo speravamo, che vi siano piaciuti effettivamente…ce ne stiamo rendendo conto, ma che arrivassero a "minare" rapporti di coppia…questo non ce lo saremmo aspettato. Proprio questa mattina, aprendo la mail, trovo un prezioso contributo del nostro amico Filippo (www.weloveliving.it) che, neo-convivente, ha avuto la fantastica idea di customizzare RWT il frigo di casa senza preventivamente chiedere il permesso alla sua dolce metà. Scontato il successivo conflitto a fuoco il cui esito, come testimoniano gli scatti,  ha sancito la vittoria del nostro friend e dei nostri stickers. Questo post, però, vuole invece essere un ringraziamento "disegnato su misura" per la miss che accompagna Filippo nell’abitare la casa dove, da qualche giorno, siamo entrati anche noi in punta di piedi…

So che è in corso l’invio degli adesivi di Fil che, non appena giungeranno, faranno sicuramente un giro sulla neve del Cimone e non solo.

 

La proteina

E’ stata nominata qui ed io voglio celebrarla dandogli un volto, visto che è colei che accompagna ogni mattino il mio risveglio. Senza di lei affrontare la giornata sarebbe assai difficile, arrivando a dire che un giorno senza di lei &egrav…

E’ stata nominata qui ed io voglio celebrarla dandogli un volto, visto che è colei che accompagna ogni mattino il mio risveglio. Senza di lei affrontare la giornata sarebbe assai difficile, arrivando a dire che un giorno senza di lei è come un giorno senza sole. Qui la trovate in versione "flat" accompagnata da miele e da spremuta d’arancia che basifica. La potete comunque assumere anche nella forma "bollita" (senza il RI, mi raccomando); immergete le uova in tegame contenente acqua fredda e goccia di aceto (non fa rompere i gusci), portate ad ebollizione e contate fino a 600 (che poi sono 10 minuti). Passate sotto l’acqua fredda..sbucciate e poi via il tuorlo, non serve. Che dire…albume forever!!!

Non solo puffbacche…

Chi pensava che i nostri amici Puffi spendessero le loro giornate soltanto a farsi scherzi o raccogliere i piccoli frutti rossi con cui fare le crostate si sbagliava enormemente. Premesso che ero un estimatore del cartone animato [non tropp…

Chi pensava che i nostri amici Puffi spendessero le loro giornate soltanto a farsi scherzi o raccogliere i piccoli frutti rossi con cui fare le crostate si sbagliava enormemente. Premesso che ero un estimatore del cartone animato [non troppo della cantante della sigla :-)], guardate dove ho immortalato il piccolo essere blu…

Non ci ho parlato personalmente, ma sentendolo da lontano ho percepito che dialoga in lingua inglese con un certo slang tipico USA: scontata quindi la sua provenienza. Nella speranza di non schiacciarlo sulle piste e di incontrarlo nel park, per adesso che dire…YO PUFFRIDER.

RWT Art-Attack

Ieri, paradosso, è arrivata la neve che aspettavamo da mesi oramai, ma la mia giornata è stata arricchita anche da un altro lieto evento: un cliente che stavo quasi per picchiare mi ha finalmente portato il lavoro che gli avevo commission…

Ieri, paradosso, è arrivata la neve che aspettavamo da mesi oramai, ma la mia giornata è stata arricchita anche da un altro lieto evento: un cliente che stavo quasi per picchiare mi ha finalmente portato il lavoro che gli avevo commissionato addirittura in tempi in cui noi tutti non aspettavamo la neve…ma eravamo forse appena tornati dal mare; che dire quindi se non: "era l’ora….". Trattasi di questa roba qua:

Abbiamo finalmente a disposizione un pò di prespaziati che sanciscono l’avanzare del progetto RWT. Ci fa star bene  che la cosa stia piacendo, non tanto perchè  ricercassimo conferme di alcun tipo, quanto per il fatto che è bello a volte, riuscire tutti a sorridere per un qualcosa, una frase, un simbolo che nella quotidianità non ti avrebbe mai suscitato alcun interesse e sarebbe corso via senza essere considerato. Comunque, gli adesivi sono arrivati ieri…ma già si vedono in giro: uno è stato localizzato in casa di una rispettabile dottoressa, un altro è già stato fotografato (in switch) sul parabrezza di uno dei trilioni di scooter che inquinano Firenze.

Presto arriveranno altri stickers adesso in fase di studio. Nel ringraziare Mistico che li ha creati, se vi piacessero, chiedetecene uno…