Freeride

Che i fenomeni atmosferici abbiano la capacità di influenzare le persone è ormai un dato di fatto: la neve fresca che ha trasformato la Pasqua in una versione bis del Natale ha molto di speciale, di straordinario, e non solo perchè…

Che i fenomeni atmosferici abbiano la capacità di influenzare le persone è ormai un dato di fatto: la neve fresca che ha trasformato la Pasqua in una versione bis del Natale ha molto di speciale, di straordinario, e non solo perchè siamo quasi a fine marzo e la stagione sta per finire…

Questa neve ti fa dimenticare la parola freestyle e tutto quello che essa si porta dietro; gli amici? Meglio se pochi, quando stai cercando qualche metro quadrato di neve intonsa è bene evitare le ammucchiate, ed essere primi… molti sono "avversari", il telefonino un accessorio inutile, che quando squilla ti fa perdere tempo perchè, come dice Mistico: "la neve non aspetta nessuno"

La tua tavola torna al suo ambiente naturale, dopo averla maltrattata con atterraggi maldestri e piegata spingendo nel "jibbing", le chiedi solo di galleggiare, di accompagnarti mentre cerchi di spruzzarti un po’ di polvere in faccia con una brusca frenata sui talloni

Capita, in questi giorni, di macinare passi mentre cerchi un pendio in cui non sia ancora passato nessuno, di scordarti che è l’ora di mangiare, anche se dopo saranno le tue gambe a ricordartelo: capita di sfiorare il manto con il ginocchio quando fai una curva frontside, e di compiacerti per le tracce che hai lasciato: foto e video? Quasi una scocciatura, anche se a volte è difficile non portarsi via un ricordo


Capita che l’Inno scenda e una lepre impaurita gli corra accanto, capita di prendere qualche ramo in faccia, capita di cadere, ruzzolare, e non perdere il sorriso

tornando, mentre guidi, ripensi a tutto questo mentre ascolti un pezzo dei Sigur Ros, e se qualcuno dovesse chiederti oggi come si dice quando usi la tavola e vai in montagna non esiteresti a rispondere:

"surfare"

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Io non rovino le piste

appena tornato dalla domenica al Cimone, dove per la verità sembra più fine stagione che metà gennaio, vorrei cercare di descrivere a parole una sensazione che ogni rider dovrebbe provare: complici le lamine nuove della nuova tavol…

appena tornato dalla domenica al Cimone, dove per la verità sembra più fine stagione che metà gennaio, vorrei cercare di descrivere a parole una sensazione che ogni rider dovrebbe provare: complici le lamine nuove della nuova tavola (grazie Fede) e un centinaio di metri di pista non ghiacciata e con la giusta pendenza, sono riuscito a tirare 4, e non scherzo, 4 curve in conduzione, cosa che in questo inizio di stagione non ero ancora riuscito a fare…
per i non avvezzi, quando si fanno curve condotte la curva segue quasi fedelmente il raggio di sciancratura della tavola, in questo modo è come essere su un binario e non si "spazzola" la neve: normalmente la curva dovrebbe prevedere una diminuzione di velocità, ma in questo caso la tavola sembra accelerare, si ha proprio l’impressione di "dare gas", ed è fantastico!
purtroppo un po’ le condizioni della neve, delle nostre lamine, e soprattutto il livello tecnico di chi va in snowboard (troppi, troppi principianti spericolati..) ci hanno fatto additare come "rovina piste", in modo quasi sempre inappropriato: chi non ha piena padronanza del mezzo, sia esso sci o snowboard, sposta un certo quantitativo di neve ad ogni curva, facendo sì che a fine giornata si formino i famigerati "mucchietti" sulle piste.. mucchietti intorno ai quali lo sci continua a scavare, e sui quali proviamo le prime rotazioni o o primi "ollie"…

meglio condurre no?… 😉

Pretzel

complice un mio collega che oggi se ne è mangiato uno (vecchio di una settimana, dice), parliamo del Pretzelda it.wikipedia.org : Anelli…

complice un mio collega che oggi se ne è mangiato uno (vecchio di una settimana, dice), parliamo del Pretzel

da it.wikipedia.org :

Anelli intrecciati che si trovano come assaggi nei bar e nelle feste di qualsiasi tipo. Hanno funzione di accompagnare l’aperitivo e si racconta, che sia il cibo da merenda, più antico del mondo. Si dice che nei monasteri del sud della Francia e del nord Italia, (610 d.C.) i monaci facessero con i resti dell’impasto delle striscioline che ricordavano le braccia di un bambino incrociate a mo’ di preghiera. I tre buchi che si formavano, rappresentavano la santa trinità.
I monaci davano i pretzel come premio ai fanciulli che imparava a memoria versi e preghiere delle bibbia. Chiamati per tal motivo ‘pretiola’ ovvero ricompensa e poi italianizzati come ‘brachiola’. In seguito, grazie ai misteri che riguardano le trasmigrazioni dei cibi, i ‘pretiola’ attraversarono le Alpi e in Germania divennero conosciuti come Bretzel or Pretzel. Da consumati mezzi crudi, divennero ‘tostati’ grazie a un fornaio che si addormentò sul posto di lavoro.
Ritratti in un libro di preghiere, si dice che fossero augurio di fortuna, prosperità e completezza spirituale. Divennero anche cibo pasquale, in Germania nel 1450.
La leggenda racconta che i pretzels arrivarono nel nuovo mondo sul Mayflower. ma questo non è certo, è certo invece che i pretzels arrivarono sicuramente in America nel 1710, grazie ai tedeschi.

Ingredienti per 2 persone

1 busta di lievito in polvere
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaio di zucchero
4 tazze di farina
1 grosso uovo sbattuto
sale grosso
acqua calda

Preparazione:

  • Sciogliere il lievito in acqua calda.
  • Aggiungere sale e zucchero ed incorporare la farina lavorando l´impasto per circa 8/10 minuti evitando la formazione di grumi.
  • Coprire con un panno tiepido e lasciare lievitare; dopodiché procedere alla stesura dell´impasto.
  • Tagliare la pasta in piccoli pezzi e farne dei rotoli lunghi.
  • Incrociare i rotoli ottenendo la tipica forma a nodo allentato dei pretzels, posarli su un foglio di carta da forno unto.
  • Spennellare i pretzel con l´uovo e cospargere con il sale grosso.
  • Lasciare lievitare ulteriormente finché non raddoppiano di volume.
  • Infornare a 220°C per una decina di minuti o fino a doratura.

voi direte: e che c’entra con il freestyle? ebbene, si chiama così un trick che di solito si esegue su rail o box.. in cui c’è una rotazione del corpo in uscita dalla struttura, come nel bs noseslide pretzel, in cui lo scivolamento avviene frontalmente e sulla punta della tavola, per poi effettuare la rotazione prima che la tavola tocchi di nuovo la neve; per adesso io riesco solo ad intrecciarmi, come il pretzel appunto, ma forse prima della fine della stagione riuscirò a mostrarvene un assaggio  😉

per ora, eccone un esempio