Fede

Se dalle ultime settimane è un attivo frequentatore del nostro blog (e per questo lo ringraziamo), da molto più tempo spende i suoi fine settimana sulle piste del comprensorio modenese dove spicca il nostro amato monte Cimone, che quest’a…

Se dalle ultime settimane è un attivo frequentatore del nostro blog (e per questo lo ringraziamo), da molto più tempo spende i suoi fine settimana sulle piste del comprensorio modenese dove spicca il nostro amato monte Cimone, che quest’anno non si è ancora truccato "da inverno". Di professione geometra [pare anche stimato :-)], da’ altrettanto meglio di sè quando tira curve "scolastiche" in conduzione o aggancia i bank in FS-boardslide che dice: "di stare imparando". Se lo fa così adesso che impara, mi chiedo come gli potrà riuscire quando lo avrà imparato davvero…Per sottolineare quanto gli piaccia fare snowboard, terminato di tirare le righe sui progetti e riposte le mappe catastali, spesso il pomeriggio abbandona il righello e raggiunge un negozio di articoli sportivi vicino casa che, in un angolo, tiene un pò di tavole ed abbigliamento che Fede sapientemente "piazza" sul mercato pensando in primis agli amici. Comunque, qua avete capito che non regaliamo niente a nessuno: per entrare nel team RWT c’è l’obbligo di superare numerose ed ardue prove, prima fra tutte quella di "essere e restare simpatici" e vi assicuro che Fede, in questa materia, può dare a tutti ripetizioni.
Presto una felpa anche per lui. Per adesso, è lui che ci regala un primo piano, catturato domenica, al Lago della Ninfa. Check it out.

Il caffè dei rider

Il Caffè è una bevanda ottenuta dalla torrefazione e macinazione dei semi della Coffea Arabica, una pianta originaria dell’Etiopia. Il suo nome dovrebbe derivare dalla regione di Kaffa dove dovrebbe essere stato coltivato in origine….

Il Caffè è una bevanda ottenuta dalla torrefazione e macinazione dei semi della Coffea Arabica, una pianta originaria dell’Etiopia. Il suo nome dovrebbe derivare dalla regione di Kaffa dove dovrebbe essere stato coltivato in origine. Fino dalle origini sono state attribuite a questa bevanda proprietà eccitanti e stimolanti, tanto da considerare questa bevanda dal colore rosso-marrone scuro come medicinale. Fino al XIX secolo non era certo quale fosse il luogo di origine della pianta del caffè e, oltre all’Etiopia, si ipotizzava la Persia e lo Yemen. E’ Pellegrino Artusi che nel suo manuale celebra come miglior caffè quello di Moka (città dello Yemen) e questo sarebbe l’indizio per individuarne le origini. Il primo europeo a descrivere il caffè fu il tedesco Léonard Rauwolf nel 1583, ma le prime botteghe da caffè furono aperte solo nel 1645. Il costo iniziale della polvere nera era esorbitante, ma ben presto l’uso si andò poi via via generalizzando per crescere fino all’immenso consumo che se ne fa oggi. Nel ‘700 ogni città europea aveva una bottega di caffè. Forse in passato, consumandone meno visti i costi, le persone riuscivano a dormire anche di più rispetto ad oggi: in molti soggetti l’eccitazione generata dal caffè [preciso che su di me hanno più potere eccitante i passi di un paio di belle gambe che indossano tailleur, collant nero e tacco 7 n.d.r. :-)] può provocare insonnia. Questo effetto collaterale dice possa essere aggirato miscelando al caffè della cicoria, purtroppo ancora i bar non sono giardini botanici…Gli ingredienti invece più utilizzati per arricchire il caffè sono il latte, la grappa ( vero rifugi del Cimone???), la sambuca ecc…Altrettanto vale per i dolcificanti che spaziano fra zucchero raffinato, grezzo, di canna, miele ecc… Comunque, per finire…per fare un buon caffè serve della buona acqua calcarea, una pregiata miscela (Jamaica Blue Mountain e Pertorico su tutte), una moka che ne abbia fatti già tanti, del gas…i napoletani ( che se ne intendono) sostengono che un buon caffè debba ottemperare le 3 C: Come  Cazz’ Cuoce. Personalmente lo bevo amaro, basso ed in vetro; a Willie, un pro del Cimone che presto vi presenteremo ufficialmente, lo fanno così:

 

Involtini di filetti di sogliola gratinati

Ok, ancora non è venerdi (giorno solitamente dedito al baccalà), ma stasera quello che considero il mio opportuno regime alimentare mi portava a consumare pesce. Arrivato a casa dopo una stressante giornata  lavorativa e successivo a…

Ok, ancora non è venerdi (giorno solitamente dedito al baccalà), ma stasera quello che considero il mio opportuno regime alimentare mi portava a consumare pesce. Arrivato a casa dopo una stressante giornata  lavorativa e successivo allenamento in palestra, vedevo "i mostri" dalla fame che desiderava essere soddisfatta sia dall’aspetto quantitativo che dal lato appetitoso della portata. Sapevo di avere  alcuni tipi di pesce in freezer e per il viaggio  di ritorno  ho immaginato un trancio di spada  agli aromi, dello smeriglio al cartoccio e, spostandomi in acque dolci, della trota salmonata al finocchio. La libidine era ai massimi: parcheggio lo scooter, corro in casa, non mi tolgo neanche la cravatta, apro il congelatore ad occhi chiusi tanto ero sicuro che alla sua apertura avrei trovato qualcosa di quello fino al momento già mangiato con il pensiero…invece:filetti di platessa, e niente altro. Già, sogliole. Il pesce più "antifica" (non me ne vogliano le signorine) che esista. Il ricordo di averla mangiata per anni da piccolo cucinata dal nonno "al piatto" con prezzemolo e niente altro, oppure nei giorni successivi a quelli in cui lo stomaco non ha funzionato un granchè bene, agghiacciante: la mia cena era già finita prima ancora di cominciare. Necessario era un colpo di coda. Meno male, rovistando, sono venute fuori anche delle code di gambero (non conosciuta è la loro data di congelamento) ed una piccola seppia. Ecco che mi tornava in mente un qualcosa che preparai un giorno al mare, a casa Pedro; quindi un rapido controllo dell’effettiva presenza di tutti gli ingredienti e via…partiva l’operazione "diamo un sorriso ad un pesce spento". Nella speranza che abbiate tutti un forno, delle sogliole alle quali far vivere una seconda giovinezza, la voglia di provare…
Ingredienti (calcolo quelli per 4 persone):
3 sogliole da 300gr l’una, 6 code di gamberi, 1 seppia media, 1 cucchiaio di capperi, prezzemolo,1 spicchio d’aglio, 1 bicchiere di vino bianco, olio di oliva, pan grattato.
Preparazione:
Preparare i filetti di sogliola (se congelati, decongelarli sotto acqua calda), tritare finemente i gamberi la seppia, i capperi, un po’ di prezzemolo e una parte di aglio, disporre il battuto nei filetti , arrotolarli e legarli con uno spago. In una teglia da forno far rosolare il resto di aglio con il prezzemolo e olio unirvi gli involtini leggermente infarinati rosolare delicatamente e bagnare con il vino cuocere per circa 10-15 minuti sul fuoco, quando il vino si sarà ridotto cospargete con una spolverata di pane grattato e gratinate in forno (il grill va ok) fino a doratura.
Ci vogliono 45 min circa…sono parecchi quando si ha fame, ma meglio attendere la "soddisfazione" in ritardo che viversi la "tristezza" in anticipo. 🙂
Giusto per avere un’idea…a fianco c’è uno scatto di quello che potrebbe essere.
Buona cena

e prima che inizi nuovamente l’enfer…

La neve non ha accompagnato il nostro passaggio dal 2006 al 2007, tuttavia proprio questa mancanza mi ha portato a scoprire Sestola da altri punti di vista, i famosi b-side di cui si sente tanto parlare forse più perchè fa giusto dire b-s…

La neve non ha accompagnato il nostro passaggio dal 2006 al 2007, tuttavia proprio questa mancanza mi ha portato a scoprire Sestola da altri punti di vista, i famosi b-side di cui si sente tanto parlare forse più perchè fa giusto dire b-side che per il senso della parola, comunque…Ho finalmente visitato (fascinosa complice miss Carlotta) il castello che domina il paese, dal quale si può godere di una bella vista: chiaro che se un polveroso manto bianco avesse ricoperto tutto il fondovalle un paesaggio normale si sarebbe ben presto trasformato in paesaggio incantato, ma dicono che non bisogna credere alle favole…e forse è per questo che non crediamo neanche alle previsioni meteo, sempre più tecnologiche…sempre più false. Non so se la neve arriverà, ma la foto si.

Come in ogni situazione che ti va di vivere il tempo vola…sembra sia scandito da un’altra unità di misura rispetto a quella che solitamente lo accompagna durante le giornate lavorative: l’uomo ha inventato molte cose, purtroppo non ancora il tasto da premere per fermare il tempo, ma in compenso abbiamo lo snowboard 🙂 di cui in questi giorni abbiamo conosciuto alcuni lati fino ad ora sconosciuti, primo fra tutti il senso di soddisfazione che ti pervade dopo aver spalato per un’ora e mezzo neve ghiacciata per rendere possibile la preparazione delle "cassette". Proprio i box hanno animato i nostri giorni sulla poca neve che c’era: gli approcci definitivi al frontside-boardslide (condotto da Lore con una "principiante maestria" anche se lui, da buon modesto sostiene il contrario), Bobo che aumenta il passo ed conseguenza il suo stile nel fare i bank (anche se aspetta ancora un ginocchio nuovo da un babbo natale in ritardo sulla consegna), io che chiudo la prima C della mia carriera…Yo-rider, Yo!!!
Poi belli i momenti in casa: le incazzature fra clessidra e mimotto, Massimo maestro nel riassetto after-breakfast, le spezie di miss Carlotta che hanno accompagnato carne e pesce aprendo le porte ai nuovi sapori, il pesto delle spezzine d.o.c., la corse di Wallace (cane di Travis Parker abitante del piano attico) bisognoso di bromuro (o meglio di cangetta :-), il fumo di sigaretta che trasforma la cucina in sala carte del circolo (ma guardate cosa si arriva ad apprezzare…), Davidino (anche se in crisi mistica) ed i suoi: "alòra???".
6 gennaio anno astrale 2007. Sestola festeggerà l’epifania come tutti gli anni con una fiaccolata in notturna sulla neve che invece, quest’anno non c’è. Io e gli altri siamo già rientrati a Firenze: non so per gli altri, ma io sono veramente riuscito a "staccare". Sento che il capoluogo fiorentino mi sta già stretto se penso agli imminenti ricordi e alla tanta, forse troppa, voglia di iniziare tutto dall’inizio, sicuramente al grido di una parola comune a tutti i rider. Qual’è ve la dice Lore qui sotto.
Speciali ringraziamenti ai compagni di viaggio.

24/12 a tavola: Spezzatino di rana pescatrice e riso alla curcuma

Ci avviciniamo alle feste di Natale anche se osservando le strade del centro di Firenze sembra sia Natale da 2 mesi, comunque…Per noi che amiamo la neve e popoliamo l’Appennino questo sarà forse un Natale meno bianco del solito (anche se anc…

Ci avviciniamo alle feste di Natale anche se osservando le strade del centro di Firenze sembra sia Natale da 2 mesi, comunque…Per noi che amiamo la neve e popoliamo l’Appennino questo sarà forse un Natale meno bianco del solito (anche se ancora incrociamo le dita…), comunque, neve o no, il 24 dicembre "l’è vigilia" (come direbbe mia nonna), e quindi il protagonista delle nostre tavole sarà sicuramente il pesce. Non mi soffermo sul ricordare le innumerevoli qualità benefiche di questo alimento (soprattutto di quelle specie comunemente definite come pesce azzurro, ricche di Omega 3 e meno "grasse" ) e passo subito a presentarvi una ricetta che ho realizzato immaginando un cerchio…quasi a rappresentare un viaggio intorno al Mondo. I sapori si contrappongono, unendosi, agli odori. Pensa: solitamente ti infastidisce l’odore del pesce, ma adori il suo sapore una volta cucinato…e poi, mai ti metteresti a mangiare la scorza di un’arancia limitandoti ad apprezzarne l’odore quando, sbucciandola, si generano quelle piccole gocce che all’asilo dirigevi negli occhi del compagno che ti stava sul culo (e chi non l’ha fatto… :-]). Io ho provato ad unire questi due aspetti in chiave leggermente medio-orientale e se ci sono riuscito ringrazio una spezia come la curcuma. Per chi volesse provare, segue ricetta in dettaglio, preceduta da un bel ritratto della protagonista in vacanza al mare.

Ingredienti (4 persone):

800 g di coda di rana pescatrice (coda di rospo), 200 g di riso thai, 1 cipolla, 2 pomodori, 1 arancia, 1 limone, 1 radice di zenzero non troppo grande, prezzemolo, farina, tabasco, 1 bicchiere di vino bianco, curcuma in polvere, olio di oliva, sale, pepe.

Preparazione:

lavate bene la coda di rospo, pulitela della pelle e tagliatela a cubetti ed infarinateli leggermente. Tritate la cipolla e fatela insaporire in un tegame con due cucchiai d’olio, mettete il pesce e fate cuocere per un paio di minuti a fuoco vivo. Aggiungete il vino bianco e lasciate evaporare. Tagliate le bucce d’arancia e limone a julienne, come lo zenzero…aggiungetele al pesce insieme ad alcune gocce di tabasco, sale e pepe. Lasciate cuocere per 8-10 minuti a seconda di quanto avete fatto piccoli i cubetti di pesce. A fine cottura aggiungete il pomodoro spellato, privato dei semi e tagliato a cubetti ed il prezzemolo tritato.

Per il riso: versatelo in una pentola, copritelo di acqua fredda, aggiungete sale e la curcuma in modo che l’acqua diventi molto gialla. Coprite e fate cuocere per 15 minuti [x il thai a volte 13 min bastano, è ricco di amido :-)]. Sgocciolate il riso, disponetelo ben sgranato sul piatto di portata e servitelo con spezzatino ben caldo….ancora prezzemolo tritato e pepe fresco se vi piace.

Accompagnate con Fiano d’Avellino D.o.c. e ringraziate Carlo Ravenna (www.carloravenna.com) per la bella foto

I migliori auguri – – –

Con un pò di zucchero…la pillola…

Partiamo da ieri sera, quando in macchina alla frase di Lore:" io sto veramente smaniando se non nevica" io butto l’occhio sulla temperatura indicata dal termometro esterno: 13.5°. Un attimo di silenzio, un lampo ed un tuono (e non sono o…

Partiamo da ieri sera, quando in macchina alla frase di Lore:" io sto veramente smaniando se non nevica" io butto l’occhio sulla temperatura indicata dal termometro esterno: 13.5°. Un attimo di silenzio, un lampo ed un tuono (e non sono onomatopee per dare un senso petico al testo…pioveva davvero!) e Lorenzo decide di bloggare la foto del termometro via sms, quasi a voler definitivamente "tatuare" a dicembre questo fronte di temperature sopra la media che rendono impossibile la caduta del bene più prezioso: la neve.
Arriviamo a Firenze, già i lungarni congestionano di auto dalle quali si scorgono ragazze addobbate (ma gli addobbi non si mettevano agli abeti???) e neopatentati in cerca del posto macchina più vicino possibile all’ingresso del locale scelto…fare due passi, no eh? Io alla guida, Lore very smooth in ascolto di buone onde radio; decido in poco tempo che non ce la posso fare…il traffico congestionato anche di giorno di festa, i clacson, le 4 frecce accese ovunque come su una pista d’atterraggio. Guardo Lorenzo e gli dico: "dove ti lascio? Dove sono gli altri?" Li chiamiamo e fortunantamente sono lì a due passi con la macchina. Lore scende, io continuo per altri 10 minuti la mia lotta contro l’ingorgo prima di uscire dal centro e ripercorrere la strada semideserta che mi avrebbe riportato a casa, presto.
Vado a letto sapendo che questa mattina mi sarei svegliato di buona ora (come sempre) per andare ad allenarmi, dispiaciuto per non essere stato con i miei amici, ma non consapevole che il temporale sbattutosi su Firenze nella notte, almeno sul nostro Cimone, avesse contribuito a cambiare un pò il verde panorama degli ultimi tempi.
Pensare che lo scorso 8 dicembre giravamo in park…e ieri abbiamo perso una sera a cercare un parking.

RWT meets Pilates

Il Metodo Pilates può essere riassunto in questi termini: un programma di fitness pensato e concepito per allungare e rinforzare i muscoli attraverso il controllo dei movimenti. Attraverso lo svolgimento di circa 600 esercizi si mira ad armonizz…

Il Metodo Pilates può essere riassunto in questi termini: un programma di fitness pensato e concepito per allungare e rinforzare i muscoli attraverso il controllo dei movimenti. Attraverso lo svolgimento di circa 600 esercizi si mira ad armonizzare corpo e mente contemporaneamente utilizzando la parte del corpo definita ‘powerhouse’ che consiste in tutta la serie di muscoli connessi al tronco, quindi: l’addome, i glutei, l’interno delle cosce e la zona lombare. Il metodo Pilates si concentra sul movimento controllato dalla ‘powerhouse’ lasciando però libertà di movimento alle estremità.
Storia
Joseph Hubertus Pilates nasce a Dusseldorf, in Germania nel 1880.
Di struttura gracile e fisicamente esile, temendo di poter soccombere alla tubercolosi, molto diffusa all’epoca, iniziò a dedicarsi alla ginnastica con impegno.
Lo scopo era quello di rinforzare la sua struttura per aumentare le sue difese.
Si dedicò a questa disciplina con tale determinazione e tali risultati da venire chiamato all’età di 14 anni a posare per la realizzazione di carte anatomiche del corpo umano.
Cominciò a studiare anatomia e sviluppo muscolare, praticando sport quali lo sci (rigorosamente freestyle) , le immersioni subacquee ed ogni tipo di disciplina atletica.
Nel 1912 si trasferì in Inghilterra dove assunse l’incarico di istruttore di autodifesa presso la scuola di polizia.
Quando scoppiò la Prima Guerra Mondiale, Pilates fu preso prigioniero nel Lancaster.
La reclusione durò un intero anno ma egli non si perse d’animo e continuò i suoi allenamenti coinvolgendo anche i suoi compagni di prigionia.
Quando nel 1918 la famigerata epidemia di influenza chiamata comunemente "Spagnola" uccise migliaglia di persone, Pilates ebbe modo di notare che nessuno di coloro che si erano sottoposti al suo training fisico era incorso nel contagio.
L’ulteriore trasferimento sull’isola di Man lo mise a confronto con una realtà completamente diversa da quella appena vissuta nel Lancaster.
Il campo era pieno di soldati reduci di guerra, feriti, menomati, immobilizzati dalle malattie.
Pensando al futuro di questi uomini concepì metodi di riabilitazione alternativi e mise insieme dei macchinari "di fortuna" che potessero servire efficacemente allo scopo.
Infatti Pilates, applicando molle e tiranti ai letti dei pazienti faceva in modo che essi ritrovassereo e mantenessero il tono muscolare, pur essendo immobilizzati a letto.
Una volta tornato in Germania, all’inizio degli anni Venti, mise a frutto l’esperienza acquisita durante la prigionia, continuando ad ideare attrezzature per la rieducazione alcune delle quali sono in uso a tutt’oggi.
La sua professione lo portò poi ad Amburgo dove lavorò come addestratore del corpo di polizia e delle nuove reclute fino a quando, nel 1925, il governo tedesco lo invitò a seguire personalmente il piano di allenamento dell’ esercito utilizzando il suo metodo.
In seguito si trasferì negli Stati Uniti; durante il viaggio conobbe una giovane infermiera di nome Clara che sarebbe divenuta sua moglie.
Giunto a New York Pilates aprì uno studio ed insieme a sua moglie Clara cominciò ad approfondire le applicazioni del metodo. Fu in questo periodo che grazie agli studi sulla riabilitazione il metodo Pilates venne impiegato con successo nel mondo della danza instaurando un rapporto destinato a durare nel tempo.
Pilates, che grazie anche alla sua tecnica godeva di ottima salute, morì ultra-ottantenne in seguito alle lesioni riportate durante un incendio negli anni ’60.
Prima di morire Pilates affidò l’arduo compito di proseguire la sua missione nella diffusione della tecnica alla sua devota allieva e collaboratrice per decenni Romana Kryzanowska.
A tutt’oggi Romana Kryzanowska, erede vivente di Joseph Pilates, rappresenta la linea diretta dei suoi insegnamenti

Presente [parlo io :-)]

ringrazio un giorno di aver conosciuto una ragazza in palestra (luogo che odio). Era una lei che si distingueva per il semplice fatto di non essere affatto "abbigliata" da palestra…come me che avevo una camicia da banca tagliata in maniche e colletto. Nel parlare siamo finiti a fare gli addominali…ma come mai avevo pensato di fare. Non fraintendete, però…gli addominali vengono molto stimolati, ma si sceglie di praticare Pilates perchè si vuole arrivare a VIVERE MEGLIO. Parlandone ai  miei compari poi, il fascino dell’attivazione del pavimento pelvico (conosciuto anche dal Foca come Movimento Termico) ha portato tutti [o ne manca uno :-)?] a tirare tardi ogni lunedì sera quando andiamo in trasferta per migliorare il nostro allungamento assiale con Miss Carlotta, che qua sotto ci ha messo nella posizione dell’albero (quando il Pilates incontra lo Yoga).

Presenze riflesse, da sx >> a dx: Sorella Foca, Matteo, Foca, Sconosciuta, Miss Carlotta, Gaia, Altra sconosciuta, Lore, Io. Graziella era alla cassa.

Firenze o Москва́ ???

Ragazzi, certo una riduzione delle temperature era attesa soprattutto in un ottobre caratterizzato da medie ben al di sopra del previsto, ma se penso che appena una settimana fa eravamo in t-shirt a Modena ed ora abbiamo dovuto sfoderare i primi "…


Ragazzi, certo una riduzione delle temperature era attesa soprattutto in un ottobre caratterizzato da medie ben al di sopra del previsto, ma se penso che appena una settimana fa eravamo in t-shirt a Modena ed ora abbiamo dovuto sfoderare i primi "down jacket" [in gergo snow: piumino :-)], questa cosa mi ha comunque colto un pò impreparato anche se felice. Il freddo non mi crea disagio, se freddo mi fa (vedi venerdì sera quando avevo completamente sbagliato l’abbigliamento per affrontare l’uscita con gli amici), mi copro di più. Credo la pensi così anche Bobo che, sempre venerdì, è riuscito tranquillamente a creare con pochi accorgimenti una scenografia degna del miglior "Dottor Zhivago" utilizzando come location un frequentato bar fiorentino, degli amici, la vodka e…

Adesso aspettiamo solo che nevichi e per sapere quando questo potrà avvenire è sufficiente seguire la raccolta dei "baccelli" [fonte mercato ortofrutticolo :-)].

Ancora da Skipass

Per completare la panoramica già fatta da Lore, contribuisco anche io con qualche scatto raccolto a Modena nella giornata di sabato. Come già detto la fiera si è trasformata molto nel corso di questi ultimi due anni; il mondo della…

Per completare la panoramica già fatta da Lore, contribuisco anche io con qualche scatto raccolto a Modena nella giornata di sabato. Come già detto la fiera si è trasformata molto nel corso di questi ultimi due anni; il mondo della neve richiama sempre più persone, lo snowboard attrae forse più per lo "Style" che per la disciplina che è veramente, ma che ci volete fare…sarà per il detto: "ma come si sta bene fra amici"…che a noi di quelli che si vestono e basta non ce ne frega un c…o e non vediamo l’ora di jibbare nuovamente. Nel frattempo che la perturbazione giri da nord e che la temperatura si abbassi, siamo comunque in cerca di novità che possano migliorare il nostro modo di surfare…quindi perchè non provare l’ultimo ritrovato in fatto di boots? Eccoli qua, li aveva un local di Guastalla…soletta termoformabile e rinforzi nelle zone dove passano gli strap degli attacchi; particolare attenzione anche agli ingombri…

Poi continuando per la fiera direi di essere stato involontariamente attratto da uno stand in particolare. Diciamo che non aveva niente che potesse interessarmi all’interno…bastava infatti restare fuori per osservare articoli di prima qualità: peccato ci fosse il cartello "non toccare". p.s. se lo snowboard fa quest’effetto alle ragazze…mi chiedo cosa vadano a riempire le palestre 🙂
Fra la folla, il caldo, la moquette che sapeva di cartone il tempo scorreva inesorabile ed in un batter d’occhio è giunta l’ora di pranzo. Chissà perchè in una fiera della neve tutti si sentano improvvisamente "krukki" e quindi debbano necessariamente mangiare panini alla salsiccia, crauti, doppia maionese…anche se dopo aver pagato la modica cifra di eur 5-6-7 (dipende da quanti grassi mettevi come ripieno), ti accorgevi che la temperatura esterna era quella di maggio, c’era il sole ed eri in maglietta…mah. Comunque, anche Bobo non ha saputo resistere alla tentazione del "pane e merda", eccolo qui in posa "friendly" mentre si gusta una bella porzione di trigliceridi.
La conclusione di una giornata fatta di incontri con facce viste e riviste sulla neve, di altre nuove, di volti che invece avresti voluto evitare di vedere, di gente che avresti sperato che d’estate potesse diventare simpatica e che invece ti accorgi ha ancora parecchio da lavorare…non poteva non finire con il momento clou…caratterizzato da un indiscusso protagonista delle nevi del Tonale: Alessandro. Eccolo qua appena rientrato dal Madagascar, accompagnato da dolce donzella, Bobo e Massimo. Io, scattavo la pic.
Che dire ragazzi…la fiera è finita, gli amici se ne vanno. In attesa della neve, che oggi dicono…abbia già spolverato il Cimone.

Un Anno In + (o 1 In Meno?!?)

Tempo: s.m. 1) peroiodo, età, epoca, era, evo, corso dei secoli 2) spazio, tratto, intervallo durata, lasso, corso 3) agio, occasione, opportunità, possibilità, momento adatto, momento conveniente 4) (mus.) unit&agra…

Tempo: s.m. 1) peroiodo, età, epoca, era, evo, corso dei secoli 2) spazio, tratto, intervallo durata, lasso, corso 3) agio, occasione, opportunità, possibilità, momento adatto, momento conveniente 4) (mus.) unità ritmica, misura, battuta, ritmo, movimento 5) (di partita, di spettacolo ecc.) parte, frazione 6) (metereolog.) cielo, clima, aria, temperatura 7) (di motore) fase. Dopo questa panoramica di significati attribuiti alla parola tempo faccio il collegamento necessario, quindi: tempo+scorrere del+anni+amici+musica+Fanano+bevande alcoliche+snowboard = festa di compleanno di Davide. Partiti da Firenze con Sasha di sabato pomeriggio, abbiamo raggiunto la nostra pensione-casa famiglia poco prima di cena, gustandosi appieno la strada di montagna in pieno imbrunire. Raggiunti Davide e parte dei suoi amici nell’unico bar aperto di Fanano ci siamo poi diretti in pizzeria, famosissima perchè riesce a sfornare pizze dello stesso sapore!!! Quindi se hai il colesterolo ed il dottore ti ha vietato i salumi, ma la tua pizza preferita è la wurstel ordina pure una margherita e fai ordinare la wurstel al tuo vicino a tavola…Tu mangerai la tua guardando la sua…ed il gioco è fatto!!! Ti gusterai spassionatamente i wurstel senza appesantire le tue arterie. Direi fantastico. Ok, la pizza era orrenda e si merita quindi tutta la perplessità che spero sia comunicata dalle nostre facce  
Terminata la cena siamo passati al capitolo amari, digestivi ecc…e questo può essere tranquillamente definito il trampolino della serata. Le bottiglie arrivavano "nuove", ma diventavano "usate" assai presto…Bobo ha dato una lezione anche ai più allenati modenesi, facendo capire che non serve necessariamente abitare in montagna per essere sapienti degustatori :-). La digestione era a questo punto completata pertanto è iniziata il viaggio verso il locale dell’oblio: la discoteca Alice distante (per fortuna) pochi km. Entriamo, abbiamo il tavolo (dalla particolare illuminazione quasi a voler dire: "lasciate ogni speranza o voi che entrate" in perfetto stile girone dantesco).
In disco Bobo è il re incontrastato. Digitale formato mini in mano riesce a scattare fra le 01 e le 4.30 a.m. ben 105 foto. I soggetti? Tutto ciò che si muoveva, con ovvia preferenza femminile [ alticci si, ma "all’antica" 🙂 ]. Durante la serata con il solo costo dell’ingresso al tavolo sono arrivate, per la gioia di tutti tranne me che non bevo alcolici, ben 3 bottiglie…è qui che ho capito che a Firenze il potere d’acquisto della moneta si è effettivamente ridotto ad 1/3, euro, dinaro, scudo o rupia…non conta. La serata scorre bene accompagnata da un buon sassofonista e da un vocalist inascoltabile. La musica? Sorvoliamo. Arriviamo ad uscire che sono le 4.45, 9° gradi esterni, nebbia. Rientriamo in albergo. Bobo sviene nel letto in tre soli respiri. Io ripiego le mie e le sue cose e mi metto a letto. Spero di dormire fino alle 11.30 ora della sveglia. Niente. Alle 9 sono già con gli occhi aperti; poi avevamo lasciato anche la serranda aperta per svegliarsi meglio. Controllo Bobo: respira, quindi niente Coroner. Poi si sveglia e si meraviglia di aver così bene "ripiegato e messo a posto la felpa". Gli faccio notare che ero stato io, se fosse stato per lui avrebbe dormito con le scarpe. Ci prepariamo per il pranzo ed andiamo a casa Poli: bellissima, tutta in legno e inebriata di quel sapore di cibo che letteralmente rapisce uno che ha saltato la prima colazione come me. Mangiamo splendidamente. Le cose fatte e mangiate in casa sono più buone di quelle fatte in fabbrica e mangiate fuori (capito grandi ditte? Con quella merda di sughi pronti). Finiamo con caffè e pausa MotoGP sul divano. Chi riesce sta sveglio, qualcuno si abbandona nel sonno che gli è mancato la notte. La mia domenica viaggia in discesa,  ripida, forse troppo. Forse è solo per il fatto che è stato lento il sabato. Sono stato bene. Bobo credo lo stesso. Davide lo spero. Resta il rimpianto che Lore non sia potuto venire con noi e che il paesaggio al risveglio non fosse coperto da soffici 50 cm di neve fresca, sarebbero magari stati quei fattori che avrebbero trasformato un qualcosa di fantastico in perfetto. Vi lascio con un lato party di Davide, solitamente lo vedete in rotazione su jump ed in slide sui rail…ma tutti abbiamo un B-side e qui lo divide con Bobo.